mercoledì 22 ottobre 2014

Due.

Prima lui.
Auricolari all'orecchio.
Uno bluetooth ed uno a filo. Immagino collegati ad altrettanti cellulari. Sta parlando. Spero per lui non faccia mai confusione, a fare così, un mio amico ha dato della maiala alla moglie e chiesto pasta in bianco all'altra.

Non è finita bene.

Camicia azzurrina con ricamate le iniziali. Giacca piegata all'avambraccio, un'area da rigore juventina in testa. Molto ampia.
Ha scarpe di cuoio bicolore, lo so, piacciono, a me hanno sempre fatto o bowling o mafioso.

Adesso lei.
Curvata dagli anni ma con due mano, non è un errore, che hanno insegnato l'educazione a decine di suonatori notturni di campanelli, cammina lentamente ma tirerebbe sei chili di sfoglia nello stesso tempo in cui Bolt scappa dall'idromassaggio.
Se era prevista gente a cena, i vitelli nella stalla tremavano.
Plurale.
Ferma sostenitrice del vitello unico, un ospite, un vitello. Con vicino un orto di patate a testa. 
Grazie signora basta, davvero, sono pieno.
Zitto e magna che all'età tua servono energie, oggi c'è e magni, domani non se sa. Riempi la pancia e zitto che dopo c'è il dolce.
Se mangio ancora muoio.
Se mòri a casa mia nun sarà pe fame. Magna, poi fai come cazzo te pare. Ah, e copriti, aspetta che te pio n'golfino, c'ho l'armadio pieno del pòro Alfio.

Un passo. Sbuffa.
Altro passo. Risbuffa.
Camminava a testa bassa per questioni baricentriche, si appoggia alla mezza sequoia che tiene nella sinistra, alza lo sguardo, mi vede e si apre in un sorriso di saluto.
L'ultima volta che ho visto un sorriso così, poi mi sono dovuto imbarcare su un cargo battente bandiera liberiana. 

Il figlio continua a parlare.
Prende quello a filo.
"Vaffanculo. Ti devo fare lo spelling?" - e schiaccia il pulsante.
Non ha finito.
"Non me ne frega una sega,e basta" - e si tocca una tasca.
Apperò.
Il bipolarismo perfetto esiste.

Si avvicinano alle cucine a gas.
Lei è due passi indietro, lui le guarda come fossero straccioni sotto la porta e lui Onofrio.
Ne punta una.
"Questa, ci dia questa"

La signora sobbalza.
Quella cucina è la nostra Luisona, è con me da quando abbiamo aperto, sopravvissuta a stento a quattro traslochi e due cambi reparto, costruita ed assemblata in subappalto da manovalanza sottopagata di nazionalità sconosciuta usando pezzi di vecchi satelliti spia sovietici.
Non ha marca, ho scritto io "Smerdaflux" col pennarello per scoraggiare, se mai ce ne fosse bisogno, chiunque ci si avvicinasse a comprarla.
Per dire, al posto delle valvole di sicurezza ha un rosario, basta guardarla storto e si piega la fiancata e sul libretto di istruzioni c'è il meme di Picard.
La signora la guarda sconcertata. Al paese, aveva un altoforno di Terni in scala, con quello, riusciva a fare Molly, Polly e Dolly anche senza chemical X.
Davanti a quel'abbozzo di cucina qualcosa le muore dentro.
"Dante... ma che ce faccio co quel forno, du ciambelle e l'ho riempito, guarda che cazzo de fiancata, ho paura che se ce finisce Nerina contro me se abbozza"
"Si abbozza la gatta?"
"LA CUCINA! Nerina ce seppellisce a tutti, sta cosa pare fatta de fango e paglia, io non la voglio"
"Mamma, mettiti in testa che sei vecchia, te al forno non ti ci devi nemmeno avvicinare, ti scaldi una minestra, ti fai due uova e zitta, non rompere le palle che ho da fare"

Cazzo.

Si tira su.
Lui è impegnato con Whatsup e non la vede.
Giuro.
Sento distintamente qualcuno che urla "Brace Brace", Cicciacassiera si getta a terra indossando la mascherina, qualcuno urla colto dal panico, giornali svolazzano. Nessun francese in giro.
Poggia il bastone contro la cucina.
Se lo facevano a sua immagine, il Colosso Di Rodi stava ancora là, fidatevi.
Parla come avesse il Gratì al posto delle tonsille.
"Zitta a chi?" 

Zittooooo, nun risponne, la domanda è a trabocchetto, è tu moglie che ti chiede "come mi stanno questi pantaloni?" o "Ammazza se la Theron si è invecchiata, vero?", sò le basi della maschialità, te devi da sta zitto.

Niente, non capisce.
"Mamma, porca troia, devi capire che..."

"Che" non lo ha detto.

Senza rincorsa. 
Come Agostino.

Gli ha mollato una pezza in faccia, un cinque dita perfetto, roba che uno ha rimesso l'orologio convinto di aver sentito il botto dal Gianicolo.

Lui torna a sette anni, alla prima parolaccia.
Lei, a quando ha detto "Maestà, basta che famo presto che c'ho er sugo sur fòco".

Mi guarda.
Punta col dito una cucina degna di questo nome con un forno in Vulcanium.
"Mi farebbe consegnare questa, per cortesia?"

Pagano.
Escono. 
Sempre uno dritto e uno storto.
Ma il bastone è ancora qui.

Leonix Italia, Reparto Italia Fraschini, ore 19,05

1 commento:

  1. Anche la Luisona...sto passando velocemente dalla simpatia,all'ammirazione all'innamoramento.

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