martedì 3 dicembre 2013

La giornata è iniziata in maniera meravigliosa.
Due macchine hanno fatto un incidente qui davanti al parcheggio.
Nulla di che, per carità, ma, oltre a darmi la possibilità di usare una quantità smisurata di virgole, nessuno si è fatto nulla.

Fisicamente.

Verbalmente, è un'altra storia.
Giuro, come fosse un CID.
Un signore che ha, attaccata sul cruscotto, la scritta "Non correre, pansa a me" vicino alla foto di Isabella D'Aragona, alla guida di una Simca 1000, facendo retromarcia non si è accorto del sopraggiungere di aitante ragazzotta in Golf cabrio con cappottina abbassata.
Azzardato con la attuale temperatura, direte voi.
No, se provenite da un paese noto per la pesca nel buco di ghiaccio, per il lancio della palla di ghiaccio, per le sculture di ghiaccio ed all'avanguardia nella crioconservazione.
A Walt Disney si era solo fermata la macchina, mica voleva fare la fine di un sofficino.

Uno veniva in per così e l'altra in per cosà.
In mezzo, si sono presi.

La signorina scende dalla macchina e controlla i danni.
Il signore fa lo stesso ma si vede che ho lo sguardo cattivo. 
La ragazza, carina, come lo vede si avvicina e chiede conferma delle sue condizioni. 

"Come tu sta? Va tutto bene? Vuole che chiama di dottore?"

Il vecchio, che da qui in poi chiameremo con il più appropriato riferimento de Lo Stronzo, riacquista il colore dei vent'anni ed il vigore di quando regalava manganellate a destra e sinistra promettendo, anticipando di svariati anni una leggenda metropolitana (se pur con qualche variante), di occuparsi dei reni di qualcuno.

Straniera.

Fosse stata greca, sarebbe stato il massimo ma non stiamo a sottilizzare.
Inizia un monologo vibrante ed appassionato su come i parenti stessi della ragazza siano soliti usarla come tabellone vista la di lei dimestichezza a guadagnar denaro con la abituale frequentazione di case ed alberghi. 
La ragazza rimane interdetta.
Non dimentichiamo che, in tutto questo, ha anche ragione, codice della strada alla mano.
Incrocia le braccia davanti allo Stronzo che, imperterrito, ha cambiato gioco da tavolo paragonando i carrarmatini della ragazza alle sue grazie, equiparane la facilità di movimento e di come queste siano facilmente conquistabili dal semplice rotear di dadi, in special modo dai militari della caserma vicina.

Lei, sempre impassibile.
Lo Stronzo si innervosisce.
La calma della ragazza lo indispone, vuole lo scontro, vuole AVERE RAGIONE di una insulsa ragazzotta venuta in Italia a rubare il lavoro alle professioniste del belpaese. Sempre a suo dire naturalmente.
La ragazza prende il telefono.
Chiama.
"Pronto, scusa se io chiama ma io problema...stai già arrivando...si, io sa che tu qui...oh, sì, io vede te, MARIO"

Lo Stronzo, nel frattempo, ha alzato il volume della voce ad un livello tale che la farmacista esce con le pasticchette sublinguali convinta ce ne sia bisogno da qui a poco, insiste in una sequela di insulti che Tomas Milian dei bei tempi piange lacrime di gioia e dice "Posso morì felice, c'ho n'erede".
Lei, sempre calmissima.

A me sono stati insegnati dei valori. Visto che non ero un bambino bello e nemmeno fotogenico, men che meno sveglio, i miei, non trovandomi al gioco, usavano degli esempi (o parabole) per darmi degli insegnamenti. Mio papà, equiparava ad una virtuale classifica di importanza i simboli forbice-carta-sasso dove i valori sono donna-bambino-vecchio, normalmente, donna batte vecchio, donna batte bimbo e vecchio batte bimbo, il tutto, naturalmente, salta o si aggrava in caso di stronzaggine conclamata.
In questo caso, semmai ce ne fosse stato bisogno, ci si schiera senza dubbio a favore della ragazza.
Mi appropinquo a violare il più sacro dei sette comandamenti di Hokuto (per chi non li ricordasse tutti, il primo è "Fatti gli stracazzacci tuoi", il secondo è "Compra il cavallo più grosso di tutti, non sembra, ma aiuta un sacco", il terzo "Non sorridere. Quelli che sorridono, schiattano sempre. Fai l'incazzoso e la sfanghi". Per gli altri, più avanti) per andare a mettere pace.

Non so se lo avevo detto, ma era il classico microtamponamento ridicolo.

Il presidente del club "Amici di Nanda Primavera" rientra in macchina e ne esce con un CRIC.

Adesso ci precipitiamo tutti.
Veniamo preceduti.
Da Mario.
Mario Delle Consegne.

Si mette tra lui e la ragazza e dice "Cosa tu fa con quello, se bisogno di cambiare ruota, ci pensa Mario" e, con calma ed anche una certa eleganza, glielo sfila dalle mani.

"Io sentito cosa tu detto A MIA SORELLA ed ha due possibilità: chiede scusa e tutto finisce qui o chiede scusa e civilmente noi chiama vigili o non chiede scusa e Mario chiama nonno di Mario e Maria" - indica la ragazza e, con un senso del teatro da appaluso, fa una faccia infastidita - "sì...vero...fantasia non caratteristica principale mama e papa di Mario, tu ha ragione ma ormai danno fatto. Loro lavorava di campi, chiama uno e tutti risponde. Più comodo diceva. Ma io sta cambiando discorso"

Il tutto, sorridendo.
Io, a Mario, me lo voglio sposare.

Lo Stronzo, non pago, insiste.

"Sennò, sentiamo, che mi fai?"

Ormai siamo un cacchio di circoletto di gente e tutti, ma tutti, come fossimo bimbi affamati in attesa della prima poppata mattutina, siamo a bocca aperta, aspettando una parola, un cenno, un minimo segno da parte di Mario. Ha la nostra attenzione come e più di un Silvan qualsiasi quando unisce le due parti della scatola e non si sa con quale colla, riattacca la ragazza che aveva precedentemente segato.
Lui, con la tranquillità dei grandi della storia lo sa ma non ce lo lascia nemmeno intravedere. 

Dopo una pausa lunghissima durante la quale sorride aperto facendomi scoprire la dannata concorrenza che avrò qualora dovessi decidere di portare davvero a termine i miei propositi matrimoniali nei suoi confronti, 

Mario,

parla.

"Io non fa nulla. Io. Tu ha visto cose che io sogna la notte, tu ha combattuto guerre che Mario ha solo letto su libri o visto di film. No. Mario non fa nulla" - e adesso cambia sorriso passando da Thor mentre osserva Loki che si fa la doccia a Hannibal Lecter davanti ad un università - "Mario fa solo telefonata a nonno e chiede di viene di qui. Poi tu vede con lui. Nonno, in mio paese, faceva...come si dice Braccio Della Morte in italiano?"

Il vecchio barcolla.
Nel frattempo sono arrivati i carabinieri chiamati dalla ragazza.
Si dividono.
Lasciamo fare a loro.

Mi avvicino a Mario.

"Io, a te, ti sposo"

"Paolo, quando io dice che mio cuore canta quando io vede te, io esagera, tu sa?"

"So, ma mi ti sposo uguale. Ma è così cattivo tuo nonno?"

Mi guarda e non mi guarda.

"Nonno di Mario? Cattivissimo. In sua gelateria, se buttavi carta in terra sentivi suoi vaffanculo fino a municipio"

Leonix Italia, Reparto Lavoro Coi Migliori, ore 11,48

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