martedì 27 maggio 2014

Entra in negozio tutto bello baldanzoso, lo seguo con la coda dell'occhio e, solo grazie ad anni di educazione nei migliori collegi ed il conseguimento del terzo dan in Yoga-Fu, riesco a formulare il mite pensiero 
E vediamo sto stronzo che vòle.

Mi si piazza davanti come io fossi la Grecia.

"Sei te lo stronzo che ha venduto la lavatrice a mi madre?"

"Pò esse. Ma mica posso ricordamme tutti i fii de mignotta che entrano"

Oggi sò Tsipras.

Diventa rosso. 
Sta per aprire bocca quando faccio Bogart.

"Amico, possiamo ricominciare daccapo o iniziare una guerra, decidi"

Sarà la terza volta in vita mia che chiamo qualcuno "Amico", ed è sempre per fare lo stronzo.

Ci pensa un attimo.
"Torno a ripetere" - allarga le gambe come se dovesse ronaldianamente battere una punizione dal limite - "è forse lei il ragazzo che ha venduto una lavatrice alla mia mamma?"

Il tono canzonatorio non mi piace.
"Guardi, per quanto lei possa sentirsi sicuro di se', posso assicurarle che sua mamma non va in giro mostrando le sue foto"

Fa uno sguardo perplesso.

"Te la spiego meglio: che cazzo ne posso sapè chi è tu madre? Sono sicuro che hai un nome e, forse" - alzo una mano in modo da risultare vago - "anche un cognome di chissà chi, ma potrebbe aiutarmi"

"Mi chiamo Puzzabella" (cognome inventato, naturalmente).

Controllo la lista clienti.
"Non mi risultano consegne a questo nome"

Si gonfia come un rospo pre-bacio.
"Quello è il problema! Che cazzo vi è venuto in mente di venderle una lavatrice senza consegna? Ma come cazzo pretendi che una signora anziana possa venirsi a prendere una lavatrice da sola?"

Mi alzo.
Faccio una cosa che NON FACCIO MAI.
Lo tocco.
Gli metto una mano sulla spalla.

"Allora"

"Dimme"

"Te sei il figlio della signora che ha preso la Bosch"

"Sì! Esatto! Sò io!"

"Bravo. Vedi che qualcuno t'ha riconosciuto? Prima o poi sarebbe successo" - non la capisce, rimango convinto che la mia esistenza in vita sia causata dal fatto che non mi capiscono, prima o poi ne becco uno sveglio e incazzato e mi polverizza. Fino ad allora, è jazz - "il problema è che mammina, posso chiamarla mammina? Bene, mammina ha detto, testuali parole

LA PASSA A PRENDE QUELLA TESTA DE CAZZO DE MI FIO, TANTO NUN FA UN CAZZO DA MATINA A SERA

con una t sola. Non so se sia una aggravante ma, quando le ho ripetuto "mattina" lei ha alzato il ditino e ripetuto "matina".

Se lo colpivo nelle palle gli facevo meno male.
Fa lo sguardo perso.
Magari sbaglio ma credo oscilli.
Adesso mi mette lui una mano sulla spalla.

"Davèro mamma m'ha chiamato così?"

E gli si inumidiscono gli occhi.

Leonix Italia, Reparto La Mamma E' Sempre La Mamma, ore 19,41

1 commento:

  1. Io comincio a non crederti, sai?
    Sono costretto solo perché, dai, non puoi avere così tanta fantasia.

    RispondiElimina