martedì 12 novembre 2013

Tre.
Uno che si è appena fumato anche Audrey de La Piccola Bottega degli Orrori, un altro che reggeva le cartine ed il terzo vittima innocente di fumo passivo.
Uno, naturalmente, è quello che parla.
Ha in testa uno di quei cosi flosci da uomo dove, in una ipotetica scala uomisitca, la definizione "da uomo" è immediatamente sotto "YMCA" e solo un filo sopra "Che meravigliose tendine!".
Due occhi, come fossero le sospensioni di una Volvo, completamente indipendenti: con uno guarda un filo sopra di te, con l'altro guarda il drago rosa invisibile che hai posato sulla spalla.

"Senti...a me servirebbe...uno di quei cosi...che scaldano...a olio..." - e qui diventa serio, serioso e seriamente alza un dito indicatore - "ma no l'olio che si mette in insalata, quello che si scalda dentro i termosifoni" - si batte la mano sulla fronte mentre l'Altro e Terzo rimangono basiti da tanto sapere trattenendo a stento l'impulso di baciarlo - "TERMOSIFONI! Ecco come se chiamano! Termosifoni! Ammazza che drago che sei, sei troppo forte" - adesso indica me, rimasto finora in religioso silenzio e totalmente inespressivo - "si vede che sei bravo! Dove li hai?"

Indico i termosifoni ad olio presenti in negozio mentre i tre caracollano, rotolano, a volte ballonzolano novelli Giumbolo, verso la destinazione.
Ascolta attento quanto può essere un tredicenne con davanti Jenna Jameson che gli spiega dove vorrebbe essere baciata.
Finisco le cose da dire.
Faccio presto, in verità.
Termosifoni. Ad olio. Funzionano a corrente. Alcuni con timer. Altri senza. Potenze diverse. Prezzi diversi.
Fine.

I tre amigos quasi piangono quando smetto di parlare.

Sempre Uno.
"Posso pagare in Euro?"

"Di solito preferisco le pizze de fango, ma stavolta vanno bene anche gli euro"

Terzo bisbiglia qualcosa all'orecchio di Uno.

"...n'attimo, adesso glielo chiedo"

In un tempo piccolo, come cantava il grande, si gira.
Oh, con calma, eh.
Tranquillamente, come fosse un faro civitavecchiese fulminato, finalmente acchiappa quei sostantivi rimasti in archivio, ci mette vicino qualche soggetto, mischia due complementi oggetto, una particella pronominale e proferisce verbo

"Io avrei sul serio bisogno di..."

"De corsa! Ma de corsa! Ce serve pe stasera come cazzo famo sennò"
Blatera Terzo.

Lo scosta come fosse zanzara tigre.
"...a noi ci si è rotto..."

"A TE te s'è rotto, mortacci tua e del vizio de beve"

Uno lo guarda superiore ma Terzo non ne vuol sapere di ridursi ad inferiore e tiene il punto. La prova di forza non è tra chi batte prima le palpebre perchè entrambi le sbattono come colibrì impazziti e nemmeno a sostenere lo sguardo visto (visto...) che ognuno guarda non l'antagonista ma un vago ricordo mentale dello stesso situato in una posizione indefinita nei pressi di dove effettivamente stia.

Lo so.
Probabilmente il fumo impregnato nei vestiti fa effetto lo stesso.

Comunque.

L'Altro, nel frattempo, sta togliendo con cura maniacale e matriarcale, quasi scimmiesca, ogni singolo pelucco dal maglione di Uno e, anzichè buttarli a terra, se li mette in tasca. Il tutto intervallato da un tamburellare di dita sul tavolo.
Non lo so.
Forse ci farà un nido.

"...il coso, quello tondo" - e nel mettere le dita a cerchio, perde l'equilibrio - "...il sintetizzatore a 12 Volt..."

"Il sintetizzatore è quello che ce lo attacchi a quel coso, quello funziona bene, il coso no. Non più" - e fa la faccia brutta - "da quando sto STRONZO IMPIASTRATO DE STRONZAGGINE ha pensato bene de facce cascà sopra la bìra"

Uno lo riguarda ancora più cattivo.

Terzo accusa lo sguardo stavolta.
Ma, mentre Uno sta per ricominciare a parlare, a mezza bocca piazza un
"...sto stronzo..."
che, fortunatamente, non ha seguito perchè qui ce famo notte. Immediatamente dopo averlo detto, inizia a muovere, come camminassero, due dita della mano destra lungo il fianco.

"...me serve insomma il coso che attacco, tondo, a volte colorato, che va a 12 Volt per collegarlo al Korg, volevo sapere se ci sono solo a 12 Volt o anche...anche..." - non vacillare, dai che stai per portare a casa il risultato, vai che Zoff è distratto, carica il destro e tira la canna, che in questo sei maestro e, novello Dirceu, insacca da 40 metri - "...anche a SINISTRA O A DESTRA"

"Eh?"

Si fa serio.
"Esatto. 12 Volt, a sinistra o a destra"

E Terzo gli va anche dietro! Ha ritrovato in quest'ultima frase il fiero cipiglio del capo, quello che, magari non da Piazza Venezia, ma dagli un balcone alla Balduina e scatena una guerra contro Prati che ci fanno canzoni e ballate per i prossimi secoli, mica cazzi.

"Come t'ha detto lui, paro paro"

"Scusate, ma vi siete risentiti? Che diamine dovrebbe significare 12 Volt a destra o a sinistra?" - cerco una conciliazione - "forse avete in mente lo schema di collegamento dell'attacco Korg e non sapete la piedinatura se a destra o sinistra?"

Io Tarzan, tu Jane.
Klaatu, Barada, Nikto!
Ifix Tchen Tchen!
Scusi, lei è Dio?
Ariccojele e portamele de fòri.

Potrei aver detto qualsiasi cosa, potrei aver svelato delle verità universali, i due sono andati. Persi in un mondo tutto loro mi guardano con i pesci rossi che viaggiano nelle palpebre.

L'Altro si rianima.
Si avvicina agli amici e fa per portarli via. Prima, però, mi guarda e mi dice

"Lasci stare, SIAMO MUSICISTI"

Ed escono.
Con la consapevolezza di aver spiegato tutto.
E, forse, lo hanno fatto.

Leonix Italia, Reparto The Quarrymen, ore 17,55

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