mercoledì 23 ottobre 2013


Io ho un pessimo rapporto con gli animali.
Con i cani in particolare.
Fin da piccolo, la frase che ho sentito più spesso pronunciare da chi mi accompagnava al pronto soccorso è stata "è strano, di solito è buonissimo". 
Non dico che sono riuscito a farmi mordere anche dal setter impagliato della Sig.ra Cottafava (ce l'ha sul serio, si chiama, si chiamava, Gelindo, come il maratoneta "solo che le maratone le corrono senza macchine intorno, lui le inseguiva anche per chilometri", 
"Signò, ma un pezzo è di plastica"
lei serafica si girò e mi disse
"L'ultima è stata più veloce. Hanno fatto un bel lavoro però, vero?"
Mi ha tolto le parole di bocca, a sapello, così ce avrei fatto pòra nonna. Era tanto cara...")

Chiudere le parentesi in modo creativo, vale. Fa rima e c'è.

In negozio molti entrano con il cane appresso.
Mi sembra si possa fare solo con i cani guida, i primi ai quali abbiamo provato a farlo notare ci si sono rivoltati dietro come avessimo pronunciato le parole in chtutuliano per evocare il signore oscuro e, con lui, la fine del mondo e della produzione di Pringles.
Da allora, ce ne freghiamo.
I più, sono persone civili ed evitano che questi bioccoli pelosi vadano dove non devono e non facciano quello che non devono fare.
Ogni tanto capita che si debba raccogliere qualcosa.
Capita.
E' bello però vedere i bimbi che si fermano a guardare i cuccioli.
Quindi, lasciamo fare.

Davanti a me c'è un affare peloso che, da piccolo, per salvare un non vedente da scuro investimento, ha preso sugli occhi del materiale radioattivo di scarto che sì, lo ha reso cieco, ma gli ha donato dei sensi supersviluppati tali da poter individuare fino alla sesta generazione precedente, il pedigree dell'emettitore della cosa che mastica e di vedere, tramite senso radar, quello che sei chili di pelame davanti agli occhi non gli permettono di vedere.

"wof" - mi fa. E rimane fermo a guardarmi.

Sono seduto alla mia postazione a fare le classiche cose che si fanno quando il direttore è fuori in riunione: mi gioco il picchetto della Champions, controllo se le chiappe di Belen sono ancora sode dopo la gravidanza, le confronto con le poche foto delle stesse presenti su web nel periodo pre bimbo e, in generale, penso ai beati fatti miei.
Finchè non sento sto "wof"

Lo guardo.

Mi guarda.
Guarda...
La parte dove dovrebbe avere gli occhi è interamente coperta da altro, diciamo che credo, suppongo, mi auguro mi stia guardando.

"Ciao, in cosa posso aiutarti?"
Dico sorridendo da solo come il cretino che so essere.

"Wof wof"
Ottengo in risposta.
E rimane fermo.

"Guarda, non ho dato da mangiare al pesce nell'orecchio e l'unico San Francesco che riconosco rientra in campo tra un mese, ho paura che la comprensione tra noi sarà difficile"

E LUI PIEGA LA TESTA DI LATO

Ammetto la cosa faccia un certo effetto.

Sentendomi sempre abbastanza cretino (ho un attacco fantacalcistico formato da Emeghara-Paulinho-Thereau, è idiozia allo stato puro), confortato dall'essere ancora solo, gli vado vicino e gli parlo ancora

"Non penso tu sia venuto per comprare qualcosa, che posso fare per te?"

Se adesso tirava fuori dieci euro dal collare, morivo.
Ne fa una peggiore.
SI gira e si dirige verso una lavatrice. 
Seduto.
"Wof"
La guarda.
Mi guarda.

Io niente.

Lui la guarda.
Mi guarda.
"Wof"

"Mica vorrai saperne le caratteristiche"

"WOF"

No. Lì dentro ci sono due bimbi che mi prendono per il culo.

"Allora, è una sette chili della Ignis e adesso è in offerta a 289, la cosa importante da considerare è la classe energetica, una A+++, molto bassa"
Dobbiamo giocare, giochiamo.

E lui fa due passi di lato.
Si ferma di fronte ad un'altra.
"Wof"
Mi guarda
La guarda.

E no.
Lo sapevo che i funghi di mia suocera non erano buoni.
Cicciotivvù mi ha dato una caramella, sto stronzo deve averla presa dalla tasca sbagliata, non ho controllato ma doveva essere un Metacondorello.

Metto una mano a coprirmi gli occhi.
"Quello è lo stesso modello da ma otto chili. Ti prego, non chiedermi altre cose o, giuro, mi butto giù dal primo ponte che incontro"

Mi viene incontro.
Abbassa la testa.
Lo guardo
Mi guarda
Abbassa la testa di nuovo.
Mi guarda.

Va bene, facciamo vedere perchè siamo la razza dominante, perchè noi ci facciamo bastare i biglietti da visita anziche odorarci il sedere.

Mi abbasso.
Lui
mi
lecca
la faccia.

E trotterella verso l'uscita.
Lasciandomi con l'eco dei miei pensieri ancora intorno.

(Una frase come questa, Fabio Volo se la sogna de notte)

Leonix Italia, Reparto Giurin Giuretta Possino Cecamme, ore 19,38

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