sabato 14 settembre 2013

"Buongiorne giuvane, posse dirle una cose?"

Sento la frase ma non vedo nessuno.

La mia postazione è formata da stampante normale, stampante segnaprezzi, macchinetta nespresso che nei momenti dove mi sento solo chiamo "mamma", cose che devono essere portate in assistenza, cose che non ci sono mai state portate, cose che qualcuno ha lasciato qui apprezzando l'ordine postatomico della scrivania, espositore con Mocio Vileda

(Avevo iniziato questo dialogo come un semplice tra parentesi, ho visto che raggiungeva un livello 4 di confusione nella scala letteraria AdrianopoliMarinetti, quindi ho preferito metterla per esteso ma immaginatevi tutto quello scritto qui sotto come un semplice "Perchè ho un espositore di Mocio Vileda se vendo elettrodomestici?" ma dove ho voluto raccontare qualcosa di più)

MegaDirettoreNaturale: "Bisogna diversificare, Paolo, Il Mocio tira quest'anno"

Commesso Perplesso: "Come i Duran Duran, le cinte del Charro ed i dischi di Dan Harrow, quanti ne abbiamo presi?"

MegadirettoreCheHaFattoUnaCazzata: "Pochi"

CommessoScoglionato: "Quantifichi pochi"

MegadirettoreBeota: "Le dico pochi, pochi"

Commessochenesa: "Anche secondo la Bombazzi sono pochi se non arriva in doppia cifra. Dice che con meno di venti non è soddisfatta. Siamo anche noi in doppia cifra?"

MegaDirettoreNascostoSottoLaSuaIndubbiaCoglionaggine: "No, per chi mi prende?"

CommessoRealistaPiùDelRe: "Sarei tentato di risponderle ma non lo faccio, quanti?"

MegaDirettoreCheVedeLontanoIlTergetMensile: "Via, sono solo quattro"

CommessoCheSaGiàComeFinisce: "Quattro Mocio? Non dica cazzate, quanti ne ha presi?"

MegaDirettoreVermoide: "Quattro sul serio"

CommessoIncazzato: "Ma quattro ESPOSITORI, vero?"

MegaDirettoreAncoraPerPoco: "Sì. Da 30 pezzi ciascuno"

CommessoEducato: "Posso ancora darle del Lei o dobbiamo passare al Tu?"

MegaDirettoreAll'Amo: "Mi dia ancora del lei, se preferisce"

CommessoAddioAllaPensione: "Lei è un cretino"

Chiusa la parentesi Mocio. Riprendo a descrivere cosa ci sia intorno alla mia postazione

...espositore con Mocio Vileda, rotoli di carta, post it aziendali con i target del mese, espositore con le offerte dei piccoli elettrodomestici.

Ho davanti ed intorno a me un casino di roba.
Ne vado anche mediamente fiero.
Ma, nello specifico, a meno che la stampante non abbia preso vita all'improvviso ed abbia problemi di dizione, non vedo nessuno.

"Giuovane, diche a lei.

Ancora non vedo nessuno.
Forse un eco.
Magari del passato.
Forse la Professoressa Nardi (impiastrata di maledizioni che vanno dalla semplice Ebola al più complicato Che La Parte Del Tuo Cervello Che Ricorda Le Tabelline Possa Essere Sostituita Dalla Conoscenza Completa E Totale Dei Testi Delle Canzoni Dell'Equipe 84) è tornata dall'aldilà dove l'avranno finalmente spinta le mie adolescenziali maledizioni (che tu possa nutrirti solo di piatti rimandati indietro da Bear Grylls) a ricordarmi vendittianamente che la matematica non sarebbe mai stata il mio mestiere e che, magari, tutte ste parentesi avrebbero anche stramazzato le scatole a tutti.

Po' esse.

“Giuovane, sono qui sotte”

Sposto una giungla di roba sopradescritta.
E mi imbatto nel Maestro Yoda.
Un omino di tanti anni.
Ma tanti.
Tanti che per quantificarli si fa prima col carbonio 14 o facendogli una lastra per contargli i cerchi nelle ossa come fosse un olmo, tanti che ogni volta che vede una ruota si emoziona, roba che lui, in Jurassic Park, era l'unico non in computergrafica.

Tanti.

Aggiungiamo ad una altezza non eccelsa anche il fatto che gli anni hanno un prezzo, quindi cammina piegato in avanti poggiandosi su un bastone più basso del normale firmato da tutti i suoi amici dell'Atletico CroMagnon, capirete perchè non riuscissi a vederlo.
Un occhio bianco che pero', stranamente, rimane sempre fisso su di te tenendoti in apprensione e l'altro di un azzurro accecante, bianco splendente intorno.
Peli ovunque.
Coppola d'ordinanza.
Giacca blu taglio marinaio, camicia immacolata.
Foulard al collo, di quelli che non ti vendono senza presentare la carta d'argento.

“Aiutare posso lei?”

“Eh?”

“Non ho saputo resistere. Prego, come posso aiutarla?”

“E' una cosa delicate. Lei mi sembra un giovane a modo”

Di solito frasi del genere preannunciano la richiesta di risintonizzazione di tutti i televisori posseduti o la descrizione fino all'ultima analisi clinica della rimozione di un blocco intestinale. A volte anche con foto. Abbandono la posizione professionale per la più comoda posizione d'urto.

“Se posso fare qualcosa, volentieri”
Risposta standard.
In realtà significa “Non esiste nella maniera più assoluta, non so cosa tu stia per chiedermi ma sappi che troverò una scusa creativa per chiamarmene fuori il più velocemente possibile”

Si guarda intorno.
Vi ho descritto i suoi occhi, quindi capirete quanto sia stata un'operazione lunga.
Gira di qualche grado la testa, sposta l'occhio, ruota il bastone, segui il bastone con tutto il corpo. Ripetere fino a compimento del giro completo.
Da che ha iniziato a quando ha finito, Berlusconi ne ha pensate almeno sei. Una di queste comporta l'affermare di avere spostato la residenza sulla Voyager ed aver ottenuto così la possibilità di non essere processato da tribunali di un universo differente dal suo.

Accellero il processo di rotazione del suo asse posizionandomi di fronte.
Torna a parlare.

“Songhe cose delicate. Io vuleve andare dal cinese che lui che gli frega, basta che gli fai vedere le denare e fa tutte cose, ma chi le capisce a quelle e chissà se mi porta quelle buone o me le cambia con le sue cinese”

“Di che parliamo, scusi?”

“Di queste”

E mi porge un foglietto piegato in quattro.
Sorride.

Lo apro.

Prima che legga cosa ci sia scritto, la mia attenzione (sono umano e con due mutui, capitemi) è catturata da una banconota da 100 euro che quasi cade in terra.

Non avevo ancora realizzato.
Sono tardo.

Apro completamente il foglietto e leggo.
Prima che possa dire qualcosa, parla lui.
“Il resto lo tiene” dice facendomi l'occhiolino.
Sì, quello che rimane aperto è il bianco.

Ci siete arrivati, dai.
Si vergognava di andare a comprare il viagra alla farmacia qui sotto e voleva che qualcuno ci andasse al posto suo.
Spero avesse scelto me per la cortesia e non perchè io abbia la faccia del consumatore abituale.

Avrei rifiutato. Potevo.
Trovare una scusa e allontanarmi.

Ma ha sorriso.
E detto una cosa.
Indimenticabile.

“Io ci tenghe a lei. Potrebbe essere chella giusta, finalmente. Non tenghe più settant'anni e non posse lasciare niente al caso. Non lo so che vuole da me ma che ne so, le debbe pensare tutte. Stasera fa coppia con me a carte, vado bene così?”

E allarga le braccia mostrandomi i vestiti e mimando un equilibrio già precario nonostante il bastone.

Scendo in farmacia regalando chiacchiere e risate per le prossime settimane, risalgo consegnando pacchetto e resto.
Fa un cenno guardando i soldi, rispondo eloquentemente con le sopracciglia.
Mi permetto di appoggiare una mano sulla sua.

“Stendila”

E lui, sorridendo.

“E chi ce la fa, poi, a rialzarla?”

Finiamo a ridere come idioti.


Leonix Italia, Reparto Finire Sempre Ridendo, ore 0,33


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