venerdì 30 marzo 2012

Basta eufemismi

Negozio di elettrodomestici, il mio, interno giorno.
Protagonista: io, distrutto dal lavoro e dalle preoccupazioni per quell’insignificante termine denominato “fine mese” che tanto attanaglia schiere di giovini come me. Brizzolato, addominali tartarugati (per dieci/quindici giorni li ho avuti anche io) solo un ricordo, ma ancora me la batto.
Sono dietro il bancone tutto intento a prezzare delle meravigliose quanto inutili spazzole rotanti (fa tanto Goldrake, lo so), quando entra lui.
L’antagonista: Non conosco il suo nome ma sarà qualcosa tipo Torquato, Bruno, qualcosa che abbreviato fa Cecco, forse non lo chiamano, non lo nominano mai come fosse Voldemort. Jeans firmato stretto che fa straripare la panza (impossibile descriverla in altro modo) tanto da nascondere il bottone e parte della lampo, camicia chiassosa elegantemente aperta sul torace in modo da mostrare al mondo il crocefisso classificatosi al terzo posto al concorso “oggetto pacchiano 2005“, occhiali da sole che nemmeno Ciccio Graziani, capelli che sudano brillantina pettinati all’indietro.
Entra.
Non accenna minimamente ad una forma verbale o non verbale di saluto.
“M’hanno mannato qua”
Pensato ma non detto “Ad essere mandato da qualche parte, ormai, c’avrai fatto l’abitudine”.
Mi faccio forza, mentre in testa analizzo, con la forza dell’esperienza, come potrà svolgersi la conversazione.
“In che posso aiutarla?”
Lancia, non poggia, non adagia, ma lancia sul bancone un mazzo di chiavi e, signorile come un Pari d’Inghilterra, esclama ad un volume di voce tale che lo avrete sentito anche voi, ovunque siate,
“Cambiaje la batteria, me c’ha mannato er commercialista mio che è venuto da ieri naa pizzeria mia e che c’ha oo stesso MERCEDES (l’ha detto così, maiuscolo) mio e puro a lui nun je funziona, eccheccazzo”.
Doveva essere la prima volta in almeno quindici giorni che esprimeva un concetto così articolato e lungo senza metterci una parolaccia, l’”eccheccazzo” era d’obbligo, caspita, ha una reputazione da difendere.
Apro la chiave, Mercedes, attaccata ad un portachiavi Mercedes.
Sul portachiavi c’è la più bella targhetta che abbia mai visto, c’è scritto “Chiavi del Mercedes”.
Cambio le batterie, due.
“Eccheccazzo, ce ne vonno due? Epporcamignotta (tutto attaccato) e quanto cazzo me costa sta machina (una sola c)?”
Io, stolto, rispondo pure “Guardi sono solo quattro euro”
Strabuzza gli occhi.
Allarga le braccia.
Prende fiato. In pratica crea un risucchio tale che nemmeno nei film di fantascienza quando si rompe un portello d’astronave nello spazio.
Smette addirittura di modellarsi il pacco, operazione che non ha interrotto nemmeno per un attimo da che ha messo piede in negozio, in pratica la sua mano destra è rimasta come incollata ai pantaloni, mimando la presenza di una forma di DAS nelle tasche ed il conseguente, continuo modellamento dello stesso tentando, forse di dargli la forma del partenone.
“MA CHE SEI SCEMO? M’HAI DA FA’ LO SCONTO!”
Su quattro euro?
Pure Fiorello ci scherza su, santa pace, sei sceso da quello che, nonostante la timida riservatezza che ti contraddistingue, la gente riconosce subito essere un mercedes, hai sei chili tra oro e corallo che ti penzolano dal petto, e rompi le palle per lo sconto su quattro euro?
Accenno un timido “Non è che possa fare lo sconto su quattro euro, cosa gli potrei togliere?”
E lui, rinfrancato dallo spiraglio “anche dieci centesimi vanno bene, basta il pensiero”.
Occavolo, come per i compleanni.
Distrutto, cedo.
Batto uno scontrino da 3,90 euro.
Se ne va soddisfatto. Lo posso dire per certo perchè allontanandosi, la sua parte migliore esprime sonoramente la propria soddisfazione.
Sto mettendo a posto quando mi accorgo di una cosa.
M’ha pure fregato il cacciavite.
Io della vita non ho capito un cazzo.
Basta eufemismi.

Video Shop, Reparto Signori Si nasce, 2009

2 commenti:

  1. la prossima volta che il tizio viene da voi prendi il suo numero di tel... potrebbe essere attizzante! baci

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  2. Ripubblicalo su fb, è perfetto. Nel frattempo contatta i registi di Clerks e scrivigli la sceneggiatura per la versione alla vaccinara.

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